giovedì 7 settembre 2017

Di Masterchef e ricordi surgelati.

Ieri sera, mentre preparavo la cena, la nana si è messa in testa di portare in salotto anche la sua cucina giocattolo e i settantamila pezzi a corredo tra stoviglie, polli finti, frutte finte, verdure finte, dolci finti, ma casino vero.
Così io cucinavo il suo risotto allo zafferano e lei faceva la concorrente di Masterchef, portando ad assaggiare i piatti della sua personalissima Mistery Box.

E' partita con svizzera con patate, funghi, cetriolo, carote ed emmenthal, per poi arrivare a ben più complessi esperimenti.
L'ultimo era una roba tipo "spumino di fragola con salsa di mirtilli e kiwi, cioccolato fondente, crema e cupcake con FROSTING al cioccolato ". Giuro che ha parlato veramente di “frosting”. Io, alla sua età, di frosting conoscevo solo i cereali ricoperti di zucchero, quelli con il leone sulla scatola (che poi sarebbero i “frosties”, ma questo rinforza ancora di più la tesi di base. Non sapevo che cazzo fossero.)
Ovviamente dovevo fare tutti e 4 i giudici.
Li ho impersonati talmente bene che, se fosse ancora vivo,  Pirandello darebbe testate al muro perchè, a confronto, il suo "Uno, nessuno, centomila" è un'uscita del corriere dei piccoli.
Comunque il livello massimo di altissima televisione lo abbiamo raggiunto con la sua zuppa di cetriolo, fungo, piselli, coscia di pollo, patata e carota.
<< Nome del piatto.>>
<< Zuppa. >>
<< Serve un nome più originale, concorrente. Impegnati.>>
<< Zuppa strana.>>
<< Va beh. Ingredienti?>>
<< NON LI VEDI?>>
(signora maestra, buongiorno. Sono la madre della nana. Le chiedo umilmente scusa se, quando le chiederà di spiegarle un compito, mia figlia le risponderà cose come “NON LO LEGGI?”. Sto provando a sgrezzare questo sarcasmo di base perché mi rendo conto che, a 6 anni, sia già preoccupante. Grazie e porti pazienza, se può.)
<< Intanto mi devi dare del LEI perché io sono Carlo Cracco e non sono tua sorella, poi il piatto comunque un po’ me lo devi descrivere. Non siamo mica nella cucina di casa tua.>>
<< Ok SCUSI. Allora c’è il cetriolo, un fungo, dei piselli, la coscia di un pollo, una patata e una carota. >>
<< Hai messo qualche odore? >>
<< No, non puzza. Non odora di niente. >>
<< Gli odori sono le spezie, c’è qualche spezia? Tipo maggiorana, timo…>>
<< Sì. >>
<< Sì..quale? >>
<< Sì tutte quelle che hai detto te. Anzi..LEI. – però mamma se delle volte mi scappa che ti dico TE non ti puoi incazzare. Non sei il vero Cracco. Sei la mamma ->>
Assaggio e le dico che il piatto è buono. Poi da Bruno Barbieri quale sono, le contesto l’impiattamento un po’ a mappazza, da Cannavacciuolo contesto la mancanza di “groggantezza” e alla fine, quando mi tocca fare Bastianich, le chiedo se c’è “una nota picante”.
<< Sì, ho messo il peperoncino sbriciolato un pò così...per ASSAPORARE. Però è poco quindi poi non brucia la lingua. Ho vinto vero? Ho fatto il piatto migliore. Lo sapevo infatti. Ora vado che ne devo fare un altro. Arrivederci.>>
L'autostima c'è e anche in overdose.
Il talento suppongo arriverà col tempo.

Comunque, mentre giocavamo e mentre continuavo a preparare la cena sperimentando anche con quel che avevo in frigo, la mia  mente non ha potuto fare a meno di andare indietro di 12/13 anni. All’epoca io non sapevo cucinare neanche un uovo sodo.
Ammesso che sia una cosa possibile, sarei stata in grado di bruciare anche l’acqua per cuocere la pasta.
Il mio fidanzato di allora lamentava spesso questa “leggerissima lacuna” e io stavo ad ascoltarlo con la stessa attenzione che presto alle lezioni di fisica nucleare che trasmettono la notte su Raidue.
Mi ha regalato libri con difficoltà via via decrescente.
Era partito con un ambiziosissimo “ricette gourmet d’Italia” per poi chiudere con una roba tipo “kitchen for dummies” o “proviamo con quel che raccatti per strada”.
Se ci fosse stato un “C’ABBIAMO PROVATO MA NON C’è VERSO, SCUSACI” me lo avrebbe regalato sicuro. Alla fine ce l’ha data su perché probabilmente aveva capito che i soldi spesi in quei libri erano un ottimo investimento solo se messi sotto le gambe dei tavoli traballanti o usati come ferma-porta quando tirava vento.
Io ero veramente  l’anticristo dei fornelli.
La negazione totale della cucina.
Se Gordon Ramsey mi avesse incontrata lungo il suo cammino, avrebbe avuto una crisi di identità non indifferente e si sarebbe messo a fare il muratore. Sono pronta a scommetterci.
A questo ragazzo ho propinato più piatti pronti e roba in scatola di quanti qualsiasi essere umano sulla terra possa sopportare.
C’è mancato tanto così che la Findus mi mandasse a casa un modello in scala 1:1 del peschereccio del capitano per premiarmi per la fiducia.
Con tutti i 4 salti in padella che ho comprato, ho garantito l’università ad almeno una decina di figli dei dipendenti dell’azienda.
Per anni sono stata convinta che non ci fosse vita oltre al reparto surgelati del supermercato. Perchè tanto tutto quello che mi serviva era lì, comodo comodo e fresco fresco.

Poi io e quel fidanzato ci siamo lasciati e, non so, m’è scattata la molla in testa.
Non so se per ripicca, non so se per vecchiaia, insomma, salcazzo perché, ma la cucina è diventata improvvisamente il mio hobby preferito.
E anche se a Masterchef posso partecipare solo nel mio salotto e solo come imitatrice di Barbieri per sottolineare le mappazze, cucinare è comunque qualcosa che mi piace fare e che mi dà soddisfazione.

Ciao fidanzato in busta, ti auguro di aver trovato una vera azdora. Stammi bene.


martedì 5 settembre 2017

Io vaccino. Con calma però.

Ho sempre vaccinato mia figlia.
E no. Questo non è un post culturale pro vax, con contenuti pro vax in cui un no vax non può entrare e, se proprio vuole entrare, deve pulirsi due o tre volte i piedi per bene prima o addirittura levare le scarpe e infilare le pattine. 
Pure un no vax può entrare qui. Ammesso che poi non inizi con una delle solite stronzate o improntando un commento con “EPPURE NOI LE MALATTIE INFETTIVE CE LE SIAMO FATTE SENZA PROBLEMI!” perchè poi non rispondo di me.
Il succo è che io ho sempre vaccinato mia figlia e continuerò a farlo. Fine della questione.

Comunque, ad agosto ricevo una telefonata dal consultorio pediatrico. La telefonata, più o meno, si svolge così:
<< Salve, sono del consultorio pediatrico. Noi aspettavamo sua figlia per il 20 luglio, signora.>>
<< Considerando che siamo all’11 agosto, mi auguro che non siate ancora lì ad aspettarla perché altrimenti la questione si sta facendo un po’ lunghina. Scherzi a parte, le chiedo scusa, ma io non ho ricevuto nessuna comunicazione in merito.>>
<< No infatti, la cartolina con l’appuntamento è tornata indietro perché il postino dice che non c’è il nome sulla buchetta.>>
(ora, già se tu esordisci dicendomi che il 20 luglio aspettavi mia figlia ma poi aggiungi che SAI che a me non è arrivata comunicazione, mi viene spontaneo farmi due domande e chiedermi se i vaccini non siano realmente pericolosi. Perchè è evidente che in certi soggetti qualche spostamento neuronale lo causano.)
Dopo qualche minuto di botta e risposta sul fatto che il nome c’è ed è ben visibile e sul quantitativo di grappe che beve il postino nell’arco della mattinata, torniamo al succo della questione.
<< Se vuole prenotare un altro appuntamento, ce l’ho disponibile il 21 agosto>>
<< Mi dispiace, ma siamo fuori fino al 24, quindi dobbiamo cercare un’altra data>>
<< 23? >>
(c’hai il fuso orario te? Stai a Tahiti??? Se t’ho detto il 24 è il 24!)
<< Io a questo punto aspetterei settembre, magari dopo l’inizio della scuola, se possibile>>
<< Allora facciamo così, a fine agosto ci chiama lei al **** ******* e la inseriamo nel primo buco disponibile>>
Ringrazio e stop.
Ho cominciato a chiamare al numero indicato il 28 agosto. La musica d’attesa è “ WHAT A WONDERFUL WORLD” di Louis Armstrong. L’ho imparata nella versione originale, fischiandola, bevendo e fumando per avere la voce più simile a Louis, nella versione dell’hawaiano con l'ukulele, bestemmiandola, infilando parole a caso, cantandola come la sigla di Dawson’s Creek, fatto sta che sono rimasta in attesa di risposta fino alle 13:02 di OGGI.
L’operatrice, appena sente il nome di mia figlia e la cerca in anagrafica, mi apostrofa con un “eh-eh-eh…siamo un po’ in ritardo con la prenotazione eh! Va mica bene…”
Le spiego la favola del ritardo, del postino sbronzo, delle date inconciliabili e dell’attesa interminabile che però mi ha permesso di imparare quel pezzo che manco Armstrong stesso (pace all’anima sua) e lei, evidentemente impietosita, mi ha garantito che avrebbe recuperato inserendomi il prima possibile.
5 DICEMBRE ALLE 14:50.
Devo prenotare una visita dal ginecologo, ma ho voglia di imparare un pezzo nuovo. Quindi se qualcuno ha qualche dritta da darmi su un ambulatorio con una canzoncina d’attesa allettante, mi faccia sapere.





lunedì 4 settembre 2017

Gli uomini vengono da Novella 2000, le donne da Stressopoli.

Sabato, con tutta probabilità e con molta rassegnazione, è stata l'ultima giornata di mare.
Per l'occasione abbiamo scelto un bagno in cui non siamo mai stati, convinti che tanto saremmo stati in pochissimi.
E pochissimi eravamo, sì, ma con una media di 32 bambini per centimetro quadrato.
Solo le tre famiglie nella fila di ombrelloni di fronte alla nostra ne avevano circa 4 a cranio (Bea Lorenzin, saresti fiera di loro. Questi non hanno onorato il fertility day. Questi son proprio passati alla fertility week).
Mentre l'Inge e la nana erano a fare il bagno -cosa che io mi sono rifiutata categoricamente di fare perchè se la temperatura esterna non supera i 35° non mi bagno neanche l'unghia dell'alluce- sono rimasta ad ascoltare i dialoghi incrociati tra i genitori.
I padri, tre marcantoni brizzolati e con il pettorale prepotente, erano impegnati in una discussione piuttosto concitata.
Che una si aspetta che l'argomento principale sia "quanto si pompa in palestra: kg di bilanciere sollevati" o "minchia il Psg che squadrone che s'è fatto" o ancora "di come nelle prove libere Hamilton abbia fatto il mazzo a tarallo a Vettel".
No.
Io vi giuro su quanto ho di più caro al mondo (e quel che ho di più caro al mondo in quel momento stava sguazzando nell'Adriatico) che stavano parlando di COME L'ADESIONE A SCIENTOLOGY AVESSE INFLUITO NEGATIVAMENTE SUL MATRIMONIO TRA CRUISE E LA KIDMAN.
<< No ma guarda che lei inizialmente aveva anche provato ad adattarsi, ma poi non ce l'ha fatta più.>>
<< Sì, avevo letto qualcosa anche io....ma son degli invasati...fanno delle robe che proprio non stanno in piedi...>>
<< Eh! Proprio! Ma pure John Travolta è uno di loro, pazzesco.>>

Ora, io non vorrei esagerare e passare per quella che le spara grosse, ma giurerei di aver sentito l'urlo disperato di milioni di molecole di testosterone mentre andavano perse per sempre.

Ho spostato quindi l'attenzione sul gruppo delle mamme mentre le figlie più grandi vagavano per la spiaggia urlando "limonata!! cocco fresco! Cocco e limonata!" mostrando livelli di abusivismo preoccupanti.
La discussione verteva sulla scelta del materiale scolastico: zaino, astuccio, grembiule, quaderni, cancelleria varia.
Per comodità le tre amiche saranno tizia A, tizia B e tizia C.
Tizia A, preparatissima sull'argomento, tartassava tizia B con domande tipo "ma lo zaino? L'hai preso lo zaino? Come l'hai preso? A tre scomparti? A quattro? Con l'astuccio già incluso o no? Di quelli a traino o con spallacci rinforzati? Perchè il peso va distribuito eh, ma quindi? Dove l'hai preso?"
Tizia B, con occhio vitreo e con in mano una tazzina di plastica e piena di sabbia, fingeva di bere il the che il figlio piccolo le aveva coercitivamente offerto (e che continuava a tirarle cazzotti al grido di "BEBITHE MAMMA..BEBIIIIIII") visibilmente in difficoltà e messa all'angolo da quella Mayweather delle domande a raffica.
Tizia B: << ...io ancora non ho comprato nient......>>
Tizia A: << COME NO?????!!!!!!!! MASSSSSSEI MATTAAAAA??????? INIZIANO LA SCUOLA TRA DUE SETTIMANEEEEE...IO LO ZAINO GLIEL'HO COMPRATO A GIUGNO!!!!!!! Va beh, comunque, lo abbiamo preso con 6 scomparti diversi - 1 grande, 3 medi e due laterali più piccoli-barra di trazione regolabile e il carrello con le ruotine perchè così riesce a manovrarlo perfettamente.>>
.....e "sticazzi" non ce li mettiamo? Erano finiti come optional?

(Il carrello con le ruotine per manovrarlo meglio. Caro bambino, tu ancora non lo sai ma la tua mamma ti ha regalato IL CESSNA degli zaini, così invece di appoggiarlo, potrai tranquillamente farlo atterrare in classe tra gli applausi estasiati dei tuoi compagni come il più figo e rodato dei piloti Ryanair. Sei contento?)

Tizia B, sfinita, continuava bere the alla sabbia e a cercare con lo sguardo l'aiuto di Tizia C,che nel frattempo stava urlando anatemi a caso alla figlia di mezzo, incastrata nell'altalena.
Ma assetata di sangue, Tizia A continuava a picchiare duro, sempre di più, sempre più forte, in un susseguirsi di diretti, ganci e montanti su grembiuli/astucci e qualsiasi cosa potesse mettere ancora più in difficoltà un'avversaria alle corde.
Ormai eravamo a tanto così dall'inizio della conta dell'arbitro per convalidare il Ko, perchè davvero non c'era più speranza.

E io non riuscivo a smettere di fissarle. Era uno spettacolo psicologicamente splatter, di quelli che sai che andranno a finire male, ma non riesci proprio ad evitare di guardare (come quando, da piccola, mi intrippavo per quei documentari atroci in cui il coccodrillo dilaniava la povera antilope che si era fermata a bere un sorso d'acqua nel laghetto).
Comunque mentre pensavo che Tizia A avesse ormai dato il meglio di sè, è sbucato dal nulla un figlio piccolissimo, malfermo sulle gambe e con una lingua ancora tutta sua, che le si è avvicinato brandendo un bastoncino e dicendo "mamma...pappa......"
<< Pappa amore? che pappa è?>>
<< A PA...>>
<< la pasta? amore? o è un biscotto? una banana? una brioche? cos'è amore?>>
<< A GA..>>
<< la ciccia? la pizza? la torta? una crostata? dillo a mamma, cos'è???>>

E quindi, niente. Io a questo punto il motivo per cui il marito si è lanciato sui grandi interrogativi del secolo -ossia perchè Scientology abbia distrutto il matrimonio della Kidman e Cruise- un pò lo capisco.
Tanta stima, amico. Tanta stima.






venerdì 1 settembre 2017

Di chi ha il pane e non i denti.


Poi una non si deve incazzare.
Gli sto dietro da quando era talmente magro da potersi nascondere dietro un palo dell’illuminazione pubblica. Butterato e con dei crateri in faccia che manco la Luna. Con dei capelli che, perdio, dopo aver visto il video di “Yellow” è stato registrato un aumento consistente dei suicidi da parte dei parrucchieri in tutto il sud della Gran Bretagna.
Gli sto dietro da allora. Se lo cagava giusto sua madre perché tutti sanno che “ogni scarrafone è bello a mamma soja”.
Ho tutti i cd. Ho i live in dvd. Due concerti all’attivo (ma solo perché ha dei prezzi tali per cui bisognerebbe vendere un rene e, guarda caso, ne ho proprio solo due) ma NIENTE. Non sa nemmeno che esisto.
E tu, TU, che prima Brad e poi Ben e poi lui addirittura te lo sposi…MO’ DICI CHE VI SIETE LASCIATI PER COLPA TUA PERCHE’ “SEI UNA BRAVISSIMA MAMMA (che poi, Guinetta, viva la modestia eh?) MA UNA COMPAGNA VULNERABILE”. Che vuol dire vulnerabile poi? Da te non usano aggettivi come “instabile”, “mezzasega”, “allergicaall’impegno”, “cazzara”?
E vorrei capire una cosa: perché a casa mia passo per rompiballe se mi lamento per la tazza sporca sul banco della cucina, i calzini in giro e la porta aperta quando fuori ci sono 2 gradi e mezzo mentre TU che sei vegana, che mangi solo bio, che compri solo se è a metro zero, neanche kilometro, che “quello si fa così e quello si fa colà” invece di essere eletta la regina incontrastata delle sfilacciatesticoli e venire abbandonata come la birra dell’Eurospin dopo appena un sorso VIENI ADDIRITTURA RIMPIANTA?
Che Chris –per sua stessa ammissione a mezzo stampa mondiale- c’ha messo un anno a riprendersi dalla batosta eh! C’ha scritto in mezzo un album con le signore contropalle e quindi anche questo trauma ha avuto comunque risvolti positivi, ma..UN ANNO!
Dodici mesi a piangerti appresso. Che me lo vedo steso tipo zerbino, con la scritta WELCOME sul retro della maglietta, pronto a farsi calpestare dalle tue scarpe in pelle vegan pur di averti addosso.
L’apoteosi poi sta tutta nel fatto che esiste un blog tuo in cui dai consigli di coppia. Una roba tipo “come far funzionare il rapporto e come mantenere viva la passione”. Che è un po’ come se io dessi dritte sugli sport estremi o come se Galeazzi diventasse presidente della Weight Watchers.
Dai, Guinny, lascia stare. Non lo meritavi Chris. E, se proprio te la devo dire tutta, non ti meriti neanche quella pelle senza una ruga né uno straccio di punto nero, quel culo senza cellulite che a 44 anni sfida visibilmente la forza di gravità e quello stacco di coscia lungo quanto la Salerno-Reggio Calabria.
Non sei degna.
Vulnerabile e indegna.










giovedì 31 agosto 2017

Lo senti il beneficio?

Quando ero piccola avevo l'abitudine di fare amicizia anche con i sassi (forse perchè stavano zitti e ascoltavano i miei monologhi lunghi quanto "Via col vento").
Ci sta. Ero una bambina dall'aspetto furbo ma rassicurante, sempre sorridente, con la battuta pronta in canna e, comunque, mi piaceva proprio parlare con tutti. Nessuno escluso.
Crescendo, l'aspetto è rimasto forse furbo, ma di rassicurante non ho più neanche l'unghia del mignolo.
Anzi.
Se è noto che lo sguardo di Medusa era capace di pietrificare chiunque le si parasse di fronte, io sono altrettanto famosa per avere quel che mia madre definisce "l'occhio che incenerisce".
A saperlo prima avrebbe potuto chiamarmi Minerva, come i cerini. Peccato.
Va beh, dicevo che, crescendo, tutto sto aspetto rassicurante l'ho perso per strada. 
Eppure non so per quale assurdo motivo mi capiti tuttora di trovarmi in situazioni al limite del grottesco. Tipo che dal benzinaio, al supermercato o nella spa in vacanza, mi imbatta in persone che sentono l'incontenibile esigenza di raccontarmi vita, morte e miracoli. E chiedermi opinioni e/o eventuali soluzioni.

Tralascio l'episodio benzinaio e supermercato perchè sono ancora segnata emotivamente dalle vicissitudini amorose della benzinaia e dalle sfighe della cassiera e mi concentro su quello nella spa, che oltretutto è recente.

Io, la nana e l'Inge siamo stati in vacanza in montagna per qualche giorno. Arrivati in hotel, sulla scrivania della nostra camera, ho trovato un bigliettino "con l'omaggio dello staff" che mi ringraziava per la prenotazione e per aver scelto la loro struttura e, per questo motivo, era lieto di regalarmi un massaggio rilassante di 25'.
(va beh, nella busta c'era scritto "PER LA FAMIGLIA" non proprio "PER LA SIGNORA" però dai, non stiamo qua a limare le scorregge che non serve).
Io ho fatto l'educata eh, ci mancherebbe. Sono partita con un "ma amore guarda, se vuoi farlo tu vai pure". Ho anche continuato per 5 minuti buoni, mica poco. Insomma, ci tenevo che passasse il messaggio che PRIMA DI TUTTO viene il benessere della famiglia poi il mio, mica no.

L'ho fatto perchè so benissimo di avere un compagno intelligente e che sa che in questi casi il maschio è tenuto a declinare l'offerta e cedere il posto. 
E, infatti, così è stato.

Lo prenoto e vado.

L'estetista cordiale e con le mani sante è in realtà un tizio d'età compresa tra i 50 e Mick Jagger, con uno spiccatissimo accento lombardo e che intercala un “figa” ogni due parole.
Inizialmente gli ho anche detto “grazie”, pensando mi stesse facendo un complimento. Poi mi sono ricordata che..no. Loro lo dicono così, perché le virgole non si possono pronunciare.
Comincio ad avere qualche perplessità sul farmi massaggiare da lui ma poi penso che in fondo è un professionista, quindi ok.
‹‹Allora dobbiamo fare un massaggio?››
-Mah. Vuoi lavarmi la macchina? Perché per me è uguale..-
‹‹ Sì, ho il buono omaggio per il massaggio rilassante da 25minuti››
‹‹Bene. Intanto che problemi hai?››
‹‹….in che senso?››
Ride (cazzo ridi? Sono seria!)
‹‹Nel senso se hai qualche problema fisico, qualche acciacco, qualche dolore.››
‹‹Mh….sì, ho la cervicale un po’ bloccata perché qualche settimana fa ho avuto un incid..››
CROC!
Maccheccazzzzzz..
‹‹eheheheheh, io sono un massofisioterapista e quindi direi che ti farò un trattamento più che un massaggio rilassante.››
No, tu sei un massofisiominchione perché almeno avresti potuto avvertire prima di azzannarmi, bestia che non sei altro. Se da piccolo tua nonna ti faceva tirare il collo ai polli e ti mancano queste pratiche, non è obbligatorio che tu voglia ricordare i bei momenti che furono con la mia cervicale. Essù!
Comunque il MFM (massofisiominchione) comincia a tirare, piegare, sfregare, strofinare (dai dai, che magari dalla C2 mi esce pure il genio a forza di sfregare, così desideriamo subito di farla finita qua) e inizia a parlare.
Parla, parla, parla, parla e io rispondo sempre e solo “uh-uh”, “ah beh”, “certo, ah-ah”.
Ma lui continua. E parla, parla tanto. Parla troppo.
Ho una festa in testa e non ascolto neanche a pregare finchè  attira la mia attenzione concludendo il monologo con un “quel puttanone della mia ex moglie”.
E da lì in poi è tutto un climax di corna, dispetti, fidanzamenti, sfidanzamenti, figli che si sposano, femmine che però “sottosotto son tutte bastarde” e maschi che “soprasopra invece son tutti ingenui e poverini”, litigi e regali ad amici comuni fatti per conto proprio “perchè non è che poi si può tornare amici, no?”.
Eh. No. Che scherzi davvero.
Intanto mi ravana nella cervicale e mi impasta con un vigore che neanche mia nonna quando stendeva 20 uova di tagliatelle.
‹‹eh ma figa però, il matrimonio è una bella palla, comunque ora sono fidanzato. Come va il collo eh? Come va? Senti il beneficio eh? Lo senti?››
Vorrei dirgli che in realtà non sento neanche più la sensibilità dei piedi, che mi sembra di essere nella scatola del mago e che mi abbia segata in due, che più che una sensazione di beneficio ora avverto una sensazione di distaccamento degli arti, ma no.
Non lo faccio. Perché ho tanta paura che poi il massaggio da 25 minuti diventi da un’ora e un quarto.
E già ho problemi a gestire la cervicale, temo che non riuscirei a gestire anche l’orchite.
Quando ha finito conclude con un “OOOOHHLLLA’, come nuova!” che mi sa tanto da presa per il culo. Mentre mi saluta mi chiede dove abito e quando glielo dico spalanca il sorriso mostrandomi una perfetta tenuta del kukident e sentenziando: “AH, CHE BELLA L’EMILIA!”
Sei fortunato che il tuo massaggio mi ha lasciato in dote un formicolio alle mani che non mi permette di avere una presa tanto forte e solida, altrimenti a questo punto ti farei ricordare davvero e con immenso piacere i bei tempi che furono nel cortile di tua nonna.
E tu saresti il pollo.


Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?

4 anni, 10 mesi e 9 giorni.
Tanto è passato dall'ultimo post.
La cosa incredibile è che io questo blog lo avevo totalmente dimenticato. L'ho ritrovato perchè, giusto stamattina, mi sono svegliata pensando "ok, ho voglia di aprire un blog" e complici le dritte di Salvatore Aranzulla (sempresialodatoamen) lo stavo aprendo col mio account google.
Quando mi si è parata di fronte la pagina e ho iniziato a leggere, inizialmente mi è partito un sorriso, poi ho pensato che avrei tanto voluto conoscere questa tizia perchè mi ricordava me stessa in maniera impressionante.

10 minuti.

Tanto ci ho messo a capire che la tizia che avrei voluto contattare ero io.
Quando ho dato il titolo a questo blog devo avere avuto una vera e propria epifania. "Anche Wonder Woman a volte rincoglionisce". Infatti. Poi arriva a 38 anni coi neuroni bruciati.

Comunque.
In 4 anni, 10 mesi e 9 giorni sono cambiate talmente tante cose che, per rendere l'idea, è come se mettessi a confronto la foto di Valeria Marini a 19 anni e Valeria Marini adesso.
Tutta un'altra cosa.
La mia vita ha subito più interventi/cambi/distruzioni/sistemazioni delle tette di Belen Rodriguez.
Ho un' ex esperienza da consigliera comunale.
Un ex percorso di studi universitari.
Un ex marito.
Un nuovo compagno.
Una nuova casa.
Una nuova macchina.
Restano saldamente invariati come punti fermi: il lavoro, la mia intolleranza, la mia scarsa pazienza e....LEI.
La Pupi/Mini delle pagine scorse.
Che crescendo è diventata LA NANA.
E che continua a rimanere un concentrato di simpatia e porfido, ma che invece di gattonare, parlare a sillabe e tentare di ritagliarsi uno spazietto nel mondo ora parla perfettamente (anche più di quanto dovrebbe) sta per iniziare le scuole elementari e il suo spazietto se lo sta prendendo a gomitate e calci sugli stinchi.

Da qui ricomincia la mia avventura. Da qui rimetto tutto nero su bianco.
(ammesso che non abbia altri buchi spazio-temporali lunghi 5 anni).

lunedì 22 ottobre 2012

80 cm per 9,810 di puro PORFIDO

Eccomi.
Sì sono io. No, non mi avevano rapita.E no…non ero scappata. Insomma, non fate domande che quest’anno ho lo scazzo, ok?
Bon.
Vi avevo lasciati tipo…mille anni fa, dicendovi che tra tutte le cose pessime e non successe nell’ultimo periodo, due valevano la pena di essere raccontate.
Continuano a valere la pena di essere raccontate, ma ora ho un’urgenza maggiore: mia figlia. Il titolo esatto sarebbe “mia figlia: come convivere con una nana di 12 mesi che ti sfida”.
Io e la Mini litighiamo. Moltissimo.
Forse vi interesserà sapere che la Mini non parla. Per lei sono sufficienti 4 parole, a sto mondo: OH, AH, PAPPA, BEH. Per il resto ci sono i gesti. O la mastercard, appena capisce come si usa.
Comunque, le parole sono ridotte all’osso. Quando proprio ha un’urgenza dice  MAMMA (ma non sempre si sta rivolgendo deliberatamente e con cognizione di causa alla sottoscritta). Se si sente particolarmente magnanima e ispirata, azzarda anche un BABBA rivolto a suo padre. Non andiamo mai oltre, sia chiaro.
Ergo, capirete che litigare con lei, più o meno ha questo risultato: io mi rivolgo a lei come se parlassi con un’adulta (ndr: io odio storpiare le parole. E mi dispiace dirlo, mi stanno profondamente sulle palle le mamme che lo fanno. Per me ogni cosa ha un nome e quello è. Che tu abbia un mese o 90 anni. Il massimo della mia trasgressione è dirle “andiamo a nanna”, invece dell’ “andiamo a letto/a dormire”..per dirvi) e in risposta mi trovo una nana che gesticola, sbraita e lancia anatemi in un linguaggio che definire star -trekkista è eufemistico.
Adesso, si sa, siamo in pura fase delirio di onnipotenza.
Quello che la Mini decide, la Mini ottiene (secondo la sua testa eh).
In realtà..quello che la Mini decide..è una lotta continua con tanto di gioco a chi urla più forte o a chi ha la meglio. Normalmente, sempre tra me e lei. Perché tra lei e suo padre il problema non si pone. Il capobranco sa sempre come comportarsi.
Succede che adesso le faccia piacere appoggiarsi al mobile della tv, per toccare meglio i suoi amati (Topolino, Manny Tuttofare, Minnie, Pooh, Elecamion, la Dr.ssa Peluche..e la new entry: la zebra Zou. Amiamo la zebra Zou. Riesce a riconoscere la sigla anche se siamo di sopra e con due porte chiuse)
(di sicuro mia figlia non ha il mio udito. E QUESTO è BENE)
Succede che, oltre a tentare di toccare i suoi amati alla tv, si diverta anche a giocare con il decoder (accendi/spegni/accendi/spegni..rosso/spento, verde/acceso..cik e ciak cik e ciak) e a staccare la presa del modem di fianco.
Succede che, ovviamente, noi (io e suo padre) ci si incazzi per vari motivi: primo tra tutti la troppa vicinanza alla tv.
E le spieghiamo, con calma e con pazienza, che se babbo e mamma la guardano seduti sul divano, anche lei la deve guardare da distante. Non è obbligatorio lo stare seduta e composta, basta che la distanza tra lei e la tv sia di almeno 20 cm. Sarebbe un colossale successo.
Che poi stia in piedi, seduta, appesa, di lato, a bandiera o su una gamba sola, poco ci frega. (perché porre limiti al suo estro, dico io?!)
Lei ti guarda, fa sì con la testa ( F A S ì C O N LA T E S T A…perché capisce? O perché sta pensando “sì sì ok, brava/bravo. Ma adesso vai a giocare a moscacieca in autostrada”? Non si sa) e poi, dopo neanche 5 secondi, è ancora arrampicata al mobile, con una mano sulla tv e una sul decoder “acceso/spento/acceso/spento/spento/acceso”. E ride.
Non ride divertita.
Ride nel senso che ti prende per il culo. Ti guarda, ti saluta e ride.
Maremmamaialaemaialatuamadrechetihafatta.
Ci sono momenti in cui quell’esserino che tanto adori e che ti smonta ogni volta che sorride (perché diciamolo..quando lei sorride, entra il sole davvero) lo vorresti mettere dentro ad un frullatore…e arrivi persino a capire quando tua madre ti ripeteva “come ti ho fatta ti distruggo”.
L’altra sera suo padre ce l’aveva in dote (io ero, come al solito, persa nei meandri di una delle tante riunioni senza capo né coda) e l’ha spostata dalla tv tipo 25 volte. Finchè non gli è venuto lo sbuzzo di passare alle maniere forti. Che non è alzare la voce o le mani. Semplicemente, le ha spento la tv. Dicendole “se non cominci a fare quel che ti dice babbo, babbo ti spegne i cartoni”.
Non fa una piega.
Babbo 1-Montessori 0.
Lei, in un primo momento, da Eleonora Duse qual è..ha simulato un pippio con tanto di labbrino tremolante, uno strillo e un accenno di pianto teatrale (rigorosamente senza lacrime). Quando ha visto che, però, la sua tattica non sortiva l’effetto sperato e non aveva il minimo “fascino” verso suo padre, è passata al piano B.
Si è guardata intorno, in mezzo alla miriade di giochi sparsi sul tappeto, ha recuperato il vecchio telecomando del vecchio decoder a cui abbiamo tolto le pile (e che lei usa come telefono…) e ha cominciato a puntarlo verso la tv schiacciando i tasti.
……………
Ora, io lo so che i bambini di oggi non sono normali. Nel senso che la mia generazione, a un anno, al massimo faceva le bolle col moccio che colava dal naso. Al massimo facevamo i versi degli animali (e solo se iperstimolati). Toh, al massimo azzardavamo qualche giochino con una palla.
Noi eravamo dei lobotomizzati..e anche il più intelligente, aveva comunque il QI di un tronista.
Ora ti trovi questi nani da giardino, che magari neanche camminano, che non spiaccicano una parola che sia una, fare dei ragionamenti più che logici…e far passare te, che hai almeno 30 anni più di loro, un povero stronzo che a malapena arriva a contare fino a 10.
Poi va beh, mia figlia non è che testona.
Se mia figlia sbatte una testa contro il muro, il muro di propria spontanea volontà si smonta da solo e se la fila per paura che lei torni alla carica.
Ha la testa talmente dura che un plinto di cemento, a confronto, è un marshmallow.
Metterle il pigiama, la sera, è diventata una fatica che andrebbe annoverata tra le 12 di Ercole:
  1. Uccidere l'invulnerabile Leone di Nemea e portare la sua pelle come trofeo
  2. Uccidere l'immortale Idra di Lerna
  3. Catturare la Cerva di Cerinea
  4. Catturare il Cinghiale di Erimanto
  5. Disperdere gli Uccelli del lago Stinfalo
  6. Ripulire in un giorno le Stalle di Augia
  7. Catturare il Toro di Creta
  8. Rubare le Cavalle di Diomede
  9. Impossessarsi della cintura di Ippolita, regina delle Amazzoni
  10. Rubare i buoi di Gerione
  11. Rubare i pomi d'oro del Giardino delle Esperidi
  12. Portare vivo Cerbero a Micene, il cane a tre teste guardiano degli Inferi
E 13: METTERE IL PIGIAMA ALLA MINI.
Appena vede che scendi le scale col pigiama in mano..TENTA LA FUGA.
Che poi ha una capacità di infilarsi in spazi millimetrici tale da farmi chiedere se sia umana o invertebrata. Cioè, dai, è impossibile passare tra blocco della cucina e seggiolone in una roba larga quanto uno sputo.
E scappa..metà gattona, metà si aggrappa…e quando la prendi, si divincola talmente tanto che ti pare di stare a Comacchio a pesca d’anguille.
E alla fine, dopo un’estenuante caccia, dopo averla braccata e dopo averla trascinata (anche con l’inganno e l’aiuto di un giocattolo e/o della tv) sul divano per cambiarla..lei ti sfila di mano i pantaloni.
E li tiene, li stringe con una forza che ancora ti chiedi da chi l’ha presa. Da te..che probabilmente verresti battuta a braccio di ferro da un merluzzo dei bastoncini findus, anche no. Questa non ha due braccine. Ha due presse idrauliche.
Comunque….dopo circa 15 minuti sei ancora lì a fare la figura dell’idiota con lei che tira da una parte e tu dall’altra. E si intavola un tiro alla fune che levati.
Quando lo racconto a mia madre, ovvio, mi risponde che “può solo peggiorare”.
E allora mi armo di pazienza, di valium, di tappi per le orecchie, di imbottitura da football e vado avanti.
SPERANDO CHE SBAGLI PRONOSTICO.