Ho sempre vaccinato mia figlia.
E no. Questo non è un post culturale pro vax, con contenuti
pro vax in cui un no vax non può entrare e, se proprio vuole entrare, deve
pulirsi due o tre volte i piedi per bene prima o addirittura levare le scarpe
e infilare le pattine.
Pure un no vax può entrare qui. Ammesso che poi non
inizi con una delle solite stronzate o improntando un commento con “EPPURE NOI
LE MALATTIE INFETTIVE CE LE SIAMO FATTE SENZA PROBLEMI!” perchè poi non
rispondo di me.
Il succo è che io ho sempre vaccinato mia figlia e
continuerò a farlo. Fine della questione.
Comunque, ad agosto ricevo una telefonata dal consultorio
pediatrico. La telefonata, più o meno, si svolge così:
<< Salve, sono del consultorio pediatrico. Noi
aspettavamo sua figlia per il 20 luglio, signora.>>
<< Considerando che siamo all’11 agosto, mi auguro che
non siate ancora lì ad aspettarla perché altrimenti la questione si sta facendo
un po’ lunghina. Scherzi a parte, le chiedo scusa, ma io non ho ricevuto
nessuna comunicazione in merito.>>
<< No infatti, la cartolina con l’appuntamento è
tornata indietro perché il postino dice che non c’è il nome sulla buchetta.>>
(ora, già se tu esordisci dicendomi che il 20 luglio aspettavi
mia figlia ma poi aggiungi che SAI che a me non è arrivata comunicazione, mi
viene spontaneo farmi due domande e chiedermi se i vaccini non siano realmente
pericolosi. Perchè è evidente che in certi soggetti qualche spostamento
neuronale lo causano.)
Dopo qualche minuto di botta e risposta sul fatto che il
nome c’è ed è ben visibile e sul quantitativo di grappe che beve il postino
nell’arco della mattinata, torniamo al succo della questione.
<< Se vuole prenotare un altro appuntamento, ce l’ho
disponibile il 21 agosto>>
<< Mi dispiace, ma siamo fuori fino al 24, quindi
dobbiamo cercare un’altra data>>
<< 23? >>
(c’hai il fuso orario te? Stai a Tahiti??? Se t’ho detto il
24 è il 24!)
<< Io a questo punto aspetterei settembre, magari dopo
l’inizio della scuola, se possibile>>
<< Allora facciamo così, a fine agosto ci chiama lei
al **** ******* e la inseriamo nel primo buco disponibile>>
Ringrazio e stop.
Ho cominciato a chiamare al numero indicato il 28 agosto. La
musica d’attesa è “ WHAT A WONDERFUL WORLD” di Louis Armstrong. L’ho imparata
nella versione originale, fischiandola, bevendo e fumando per avere la voce più
simile a Louis, nella versione dell’hawaiano con l'ukulele, bestemmiandola, infilando
parole a caso, cantandola come la sigla di Dawson’s Creek, fatto sta che sono
rimasta in attesa di risposta fino alle 13:02 di OGGI.
L’operatrice, appena sente il nome di mia figlia e la cerca
in anagrafica, mi apostrofa con un “eh-eh-eh…siamo un po’ in ritardo con la
prenotazione eh! Va mica bene…”
Le spiego la favola del ritardo, del postino sbronzo, delle
date inconciliabili e dell’attesa interminabile che però mi ha permesso di
imparare quel pezzo che manco Armstrong stesso (pace all’anima sua) e lei,
evidentemente impietosita, mi ha garantito che avrebbe recuperato inserendomi
il prima possibile.
5 DICEMBRE ALLE 14:50.
Devo prenotare una visita dal ginecologo, ma ho voglia di
imparare un pezzo nuovo. Quindi se qualcuno ha qualche dritta da darmi su un
ambulatorio con una canzoncina d’attesa allettante, mi faccia sapere.
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