martedì 5 settembre 2017

Io vaccino. Con calma però.

Ho sempre vaccinato mia figlia.
E no. Questo non è un post culturale pro vax, con contenuti pro vax in cui un no vax non può entrare e, se proprio vuole entrare, deve pulirsi due o tre volte i piedi per bene prima o addirittura levare le scarpe e infilare le pattine. 
Pure un no vax può entrare qui. Ammesso che poi non inizi con una delle solite stronzate o improntando un commento con “EPPURE NOI LE MALATTIE INFETTIVE CE LE SIAMO FATTE SENZA PROBLEMI!” perchè poi non rispondo di me.
Il succo è che io ho sempre vaccinato mia figlia e continuerò a farlo. Fine della questione.

Comunque, ad agosto ricevo una telefonata dal consultorio pediatrico. La telefonata, più o meno, si svolge così:
<< Salve, sono del consultorio pediatrico. Noi aspettavamo sua figlia per il 20 luglio, signora.>>
<< Considerando che siamo all’11 agosto, mi auguro che non siate ancora lì ad aspettarla perché altrimenti la questione si sta facendo un po’ lunghina. Scherzi a parte, le chiedo scusa, ma io non ho ricevuto nessuna comunicazione in merito.>>
<< No infatti, la cartolina con l’appuntamento è tornata indietro perché il postino dice che non c’è il nome sulla buchetta.>>
(ora, già se tu esordisci dicendomi che il 20 luglio aspettavi mia figlia ma poi aggiungi che SAI che a me non è arrivata comunicazione, mi viene spontaneo farmi due domande e chiedermi se i vaccini non siano realmente pericolosi. Perchè è evidente che in certi soggetti qualche spostamento neuronale lo causano.)
Dopo qualche minuto di botta e risposta sul fatto che il nome c’è ed è ben visibile e sul quantitativo di grappe che beve il postino nell’arco della mattinata, torniamo al succo della questione.
<< Se vuole prenotare un altro appuntamento, ce l’ho disponibile il 21 agosto>>
<< Mi dispiace, ma siamo fuori fino al 24, quindi dobbiamo cercare un’altra data>>
<< 23? >>
(c’hai il fuso orario te? Stai a Tahiti??? Se t’ho detto il 24 è il 24!)
<< Io a questo punto aspetterei settembre, magari dopo l’inizio della scuola, se possibile>>
<< Allora facciamo così, a fine agosto ci chiama lei al **** ******* e la inseriamo nel primo buco disponibile>>
Ringrazio e stop.
Ho cominciato a chiamare al numero indicato il 28 agosto. La musica d’attesa è “ WHAT A WONDERFUL WORLD” di Louis Armstrong. L’ho imparata nella versione originale, fischiandola, bevendo e fumando per avere la voce più simile a Louis, nella versione dell’hawaiano con l'ukulele, bestemmiandola, infilando parole a caso, cantandola come la sigla di Dawson’s Creek, fatto sta che sono rimasta in attesa di risposta fino alle 13:02 di OGGI.
L’operatrice, appena sente il nome di mia figlia e la cerca in anagrafica, mi apostrofa con un “eh-eh-eh…siamo un po’ in ritardo con la prenotazione eh! Va mica bene…”
Le spiego la favola del ritardo, del postino sbronzo, delle date inconciliabili e dell’attesa interminabile che però mi ha permesso di imparare quel pezzo che manco Armstrong stesso (pace all’anima sua) e lei, evidentemente impietosita, mi ha garantito che avrebbe recuperato inserendomi il prima possibile.
5 DICEMBRE ALLE 14:50.
Devo prenotare una visita dal ginecologo, ma ho voglia di imparare un pezzo nuovo. Quindi se qualcuno ha qualche dritta da darmi su un ambulatorio con una canzoncina d’attesa allettante, mi faccia sapere.





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