Quando ero piccola avevo
l'abitudine di fare amicizia anche con i sassi (forse perchè stavano zitti e
ascoltavano i miei monologhi lunghi quanto "Via col vento").
Ci sta. Ero una bambina
dall'aspetto furbo ma rassicurante, sempre sorridente, con la battuta pronta in
canna e, comunque, mi piaceva proprio parlare con tutti. Nessuno escluso.
Crescendo, l'aspetto è rimasto
forse furbo, ma di rassicurante non ho più neanche l'unghia del mignolo.
Anzi.
Se è noto che lo sguardo di
Medusa era capace di pietrificare chiunque le si parasse di fronte, io sono altrettanto
famosa per avere quel che mia madre definisce "l'occhio che
incenerisce".
A saperlo prima avrebbe potuto
chiamarmi Minerva, come i cerini. Peccato.
Va beh, dicevo che, crescendo,
tutto sto aspetto rassicurante l'ho perso per strada.
Eppure non so per quale assurdo
motivo mi capiti tuttora di trovarmi in situazioni al limite del grottesco.
Tipo che dal benzinaio, al supermercato o nella spa in vacanza, mi imbatta in
persone che sentono l'incontenibile esigenza di raccontarmi vita, morte e
miracoli. E chiedermi opinioni e/o eventuali soluzioni.
Tralascio l'episodio benzinaio
e supermercato perchè sono ancora segnata emotivamente dalle vicissitudini
amorose della benzinaia e dalle sfighe della cassiera e mi concentro su quello
nella spa, che oltretutto è recente.
Io, la nana e l'Inge siamo
stati in vacanza in montagna per qualche giorno. Arrivati in hotel, sulla
scrivania della nostra camera, ho trovato un bigliettino "con l'omaggio
dello staff" che mi ringraziava per la prenotazione e per aver scelto la
loro struttura e, per questo motivo, era lieto di regalarmi un massaggio
rilassante di 25'.
(va beh, nella busta c'era
scritto "PER LA FAMIGLIA" non proprio "PER LA SIGNORA" però
dai, non stiamo qua a limare le scorregge che non serve).
Io ho fatto l'educata eh, ci
mancherebbe. Sono partita con un "ma amore guarda, se vuoi farlo tu vai
pure". Ho anche continuato per 5 minuti buoni, mica poco. Insomma, ci
tenevo che passasse il messaggio che PRIMA DI TUTTO viene il benessere della
famiglia poi il mio, mica no.
L'ho fatto perchè so benissimo
di avere un compagno intelligente e che sa che in questi casi il maschio è
tenuto a declinare l'offerta e cedere il posto.
E, infatti, così è stato.
Lo prenoto e vado.
L'estetista cordiale e con le
mani sante è in realtà un tizio d'età compresa tra i 50 e Mick Jagger, con uno
spiccatissimo accento lombardo e che intercala un “figa” ogni due parole.
Inizialmente gli ho anche detto “grazie”, pensando mi stesse
facendo un complimento. Poi mi sono ricordata che..no. Loro lo dicono così, perché
le virgole non si possono pronunciare.
Comincio ad avere qualche perplessità sul farmi massaggiare da lui
ma poi penso che in fondo è un professionista, quindi ok.
‹‹Allora dobbiamo fare un massaggio?››
-Mah. Vuoi lavarmi la macchina? Perché per me è uguale..-
‹‹ Sì, ho il buono omaggio per il massaggio rilassante da 25minuti››
‹‹Bene. Intanto che problemi hai?››
‹‹….in che senso?››
Ride (cazzo ridi? Sono seria!)
‹‹Nel senso se hai qualche problema fisico, qualche acciacco,
qualche dolore.››
‹‹Mh….sì, ho la cervicale un po’ bloccata perché qualche settimana
fa ho avuto un incid..››
CROC!
Maccheccazzzzzz..
‹‹eheheheheh, io sono un massofisioterapista e quindi direi che ti
farò un trattamento più che un massaggio rilassante.››
No, tu sei un massofisiominchione perché almeno avresti potuto
avvertire prima di azzannarmi, bestia che non sei altro. Se da piccolo tua
nonna ti faceva tirare il collo ai polli e ti mancano queste pratiche, non è
obbligatorio che tu voglia ricordare i bei momenti che furono con la mia
cervicale. Essù!
Comunque il MFM (massofisiominchione) comincia a tirare, piegare,
sfregare, strofinare (dai dai, che magari dalla C2 mi esce pure il genio a
forza di sfregare, così desideriamo subito di farla finita qua) e inizia a parlare.
Parla, parla, parla, parla e io rispondo sempre e solo “uh-uh”, “ah
beh”, “certo, ah-ah”.
Ma lui continua. E parla, parla tanto. Parla troppo.
Ho una festa in testa e non ascolto neanche a pregare finchè attira la mia attenzione concludendo il
monologo con un “quel puttanone della mia ex moglie”.
E da lì in poi è tutto un climax di corna, dispetti, fidanzamenti,
sfidanzamenti, figli che si sposano, femmine che però “sottosotto son tutte
bastarde” e maschi che “soprasopra invece son tutti ingenui e poverini”, litigi
e regali ad amici comuni fatti per conto proprio “perchè non è che poi si può
tornare amici, no?”.
Eh. No. Che scherzi davvero.
Intanto mi ravana nella cervicale e mi impasta con un vigore che
neanche mia nonna quando stendeva 20 uova di tagliatelle.
‹‹eh ma figa però, il matrimonio è una bella palla, comunque ora
sono fidanzato. Come va il collo eh? Come va? Senti il beneficio eh? Lo senti?››
Vorrei dirgli che in realtà non sento neanche più la sensibilità
dei piedi, che mi sembra di essere nella scatola del mago e che mi abbia segata
in due, che più che una sensazione di beneficio ora avverto una sensazione di distaccamento
degli arti, ma no.
Non lo faccio. Perché ho tanta paura che poi il massaggio da 25
minuti diventi da un’ora e un quarto.
E già ho problemi a gestire la cervicale, temo che non riuscirei a
gestire anche l’orchite.
Quando ha finito conclude con un “OOOOHHLLLA’, come nuova!” che mi
sa tanto da presa per il culo. Mentre mi saluta mi chiede dove abito e quando
glielo dico spalanca il sorriso mostrandomi una perfetta tenuta del kukident e
sentenziando: “AH, CHE BELLA L’EMILIA!”
Sei fortunato che il tuo massaggio mi ha lasciato in dote un
formicolio alle mani che non mi permette di avere una presa tanto forte e
solida, altrimenti a questo punto ti farei ricordare davvero e con immenso piacere i bei
tempi che furono nel cortile di tua nonna.
E tu saresti il pollo.
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