giovedì 7 settembre 2017

Di Masterchef e ricordi surgelati.

Ieri sera, mentre preparavo la cena, la nana si è messa in testa di portare in salotto anche la sua cucina giocattolo e i settantamila pezzi a corredo tra stoviglie, polli finti, frutte finte, verdure finte, dolci finti, ma casino vero.
Così io cucinavo il suo risotto allo zafferano e lei faceva la concorrente di Masterchef, portando ad assaggiare i piatti della sua personalissima Mistery Box.

E' partita con svizzera con patate, funghi, cetriolo, carote ed emmenthal, per poi arrivare a ben più complessi esperimenti.
L'ultimo era una roba tipo "spumino di fragola con salsa di mirtilli e kiwi, cioccolato fondente, crema e cupcake con FROSTING al cioccolato ". Giuro che ha parlato veramente di “frosting”. Io, alla sua età, di frosting conoscevo solo i cereali ricoperti di zucchero, quelli con il leone sulla scatola (che poi sarebbero i “frosties”, ma questo rinforza ancora di più la tesi di base. Non sapevo che cazzo fossero.)
Ovviamente dovevo fare tutti e 4 i giudici.
Li ho impersonati talmente bene che, se fosse ancora vivo,  Pirandello darebbe testate al muro perchè, a confronto, il suo "Uno, nessuno, centomila" è un'uscita del corriere dei piccoli.
Comunque il livello massimo di altissima televisione lo abbiamo raggiunto con la sua zuppa di cetriolo, fungo, piselli, coscia di pollo, patata e carota.
<< Nome del piatto.>>
<< Zuppa. >>
<< Serve un nome più originale, concorrente. Impegnati.>>
<< Zuppa strana.>>
<< Va beh. Ingredienti?>>
<< NON LI VEDI?>>
(signora maestra, buongiorno. Sono la madre della nana. Le chiedo umilmente scusa se, quando le chiederà di spiegarle un compito, mia figlia le risponderà cose come “NON LO LEGGI?”. Sto provando a sgrezzare questo sarcasmo di base perché mi rendo conto che, a 6 anni, sia già preoccupante. Grazie e porti pazienza, se può.)
<< Intanto mi devi dare del LEI perché io sono Carlo Cracco e non sono tua sorella, poi il piatto comunque un po’ me lo devi descrivere. Non siamo mica nella cucina di casa tua.>>
<< Ok SCUSI. Allora c’è il cetriolo, un fungo, dei piselli, la coscia di un pollo, una patata e una carota. >>
<< Hai messo qualche odore? >>
<< No, non puzza. Non odora di niente. >>
<< Gli odori sono le spezie, c’è qualche spezia? Tipo maggiorana, timo…>>
<< Sì. >>
<< Sì..quale? >>
<< Sì tutte quelle che hai detto te. Anzi..LEI. – però mamma se delle volte mi scappa che ti dico TE non ti puoi incazzare. Non sei il vero Cracco. Sei la mamma ->>
Assaggio e le dico che il piatto è buono. Poi da Bruno Barbieri quale sono, le contesto l’impiattamento un po’ a mappazza, da Cannavacciuolo contesto la mancanza di “groggantezza” e alla fine, quando mi tocca fare Bastianich, le chiedo se c’è “una nota picante”.
<< Sì, ho messo il peperoncino sbriciolato un pò così...per ASSAPORARE. Però è poco quindi poi non brucia la lingua. Ho vinto vero? Ho fatto il piatto migliore. Lo sapevo infatti. Ora vado che ne devo fare un altro. Arrivederci.>>
L'autostima c'è e anche in overdose.
Il talento suppongo arriverà col tempo.

Comunque, mentre giocavamo e mentre continuavo a preparare la cena sperimentando anche con quel che avevo in frigo, la mia  mente non ha potuto fare a meno di andare indietro di 12/13 anni. All’epoca io non sapevo cucinare neanche un uovo sodo.
Ammesso che sia una cosa possibile, sarei stata in grado di bruciare anche l’acqua per cuocere la pasta.
Il mio fidanzato di allora lamentava spesso questa “leggerissima lacuna” e io stavo ad ascoltarlo con la stessa attenzione che presto alle lezioni di fisica nucleare che trasmettono la notte su Raidue.
Mi ha regalato libri con difficoltà via via decrescente.
Era partito con un ambiziosissimo “ricette gourmet d’Italia” per poi chiudere con una roba tipo “kitchen for dummies” o “proviamo con quel che raccatti per strada”.
Se ci fosse stato un “C’ABBIAMO PROVATO MA NON C’è VERSO, SCUSACI” me lo avrebbe regalato sicuro. Alla fine ce l’ha data su perché probabilmente aveva capito che i soldi spesi in quei libri erano un ottimo investimento solo se messi sotto le gambe dei tavoli traballanti o usati come ferma-porta quando tirava vento.
Io ero veramente  l’anticristo dei fornelli.
La negazione totale della cucina.
Se Gordon Ramsey mi avesse incontrata lungo il suo cammino, avrebbe avuto una crisi di identità non indifferente e si sarebbe messo a fare il muratore. Sono pronta a scommetterci.
A questo ragazzo ho propinato più piatti pronti e roba in scatola di quanti qualsiasi essere umano sulla terra possa sopportare.
C’è mancato tanto così che la Findus mi mandasse a casa un modello in scala 1:1 del peschereccio del capitano per premiarmi per la fiducia.
Con tutti i 4 salti in padella che ho comprato, ho garantito l’università ad almeno una decina di figli dei dipendenti dell’azienda.
Per anni sono stata convinta che non ci fosse vita oltre al reparto surgelati del supermercato. Perchè tanto tutto quello che mi serviva era lì, comodo comodo e fresco fresco.

Poi io e quel fidanzato ci siamo lasciati e, non so, m’è scattata la molla in testa.
Non so se per ripicca, non so se per vecchiaia, insomma, salcazzo perché, ma la cucina è diventata improvvisamente il mio hobby preferito.
E anche se a Masterchef posso partecipare solo nel mio salotto e solo come imitatrice di Barbieri per sottolineare le mappazze, cucinare è comunque qualcosa che mi piace fare e che mi dà soddisfazione.

Ciao fidanzato in busta, ti auguro di aver trovato una vera azdora. Stammi bene.


martedì 5 settembre 2017

Io vaccino. Con calma però.

Ho sempre vaccinato mia figlia.
E no. Questo non è un post culturale pro vax, con contenuti pro vax in cui un no vax non può entrare e, se proprio vuole entrare, deve pulirsi due o tre volte i piedi per bene prima o addirittura levare le scarpe e infilare le pattine. 
Pure un no vax può entrare qui. Ammesso che poi non inizi con una delle solite stronzate o improntando un commento con “EPPURE NOI LE MALATTIE INFETTIVE CE LE SIAMO FATTE SENZA PROBLEMI!” perchè poi non rispondo di me.
Il succo è che io ho sempre vaccinato mia figlia e continuerò a farlo. Fine della questione.

Comunque, ad agosto ricevo una telefonata dal consultorio pediatrico. La telefonata, più o meno, si svolge così:
<< Salve, sono del consultorio pediatrico. Noi aspettavamo sua figlia per il 20 luglio, signora.>>
<< Considerando che siamo all’11 agosto, mi auguro che non siate ancora lì ad aspettarla perché altrimenti la questione si sta facendo un po’ lunghina. Scherzi a parte, le chiedo scusa, ma io non ho ricevuto nessuna comunicazione in merito.>>
<< No infatti, la cartolina con l’appuntamento è tornata indietro perché il postino dice che non c’è il nome sulla buchetta.>>
(ora, già se tu esordisci dicendomi che il 20 luglio aspettavi mia figlia ma poi aggiungi che SAI che a me non è arrivata comunicazione, mi viene spontaneo farmi due domande e chiedermi se i vaccini non siano realmente pericolosi. Perchè è evidente che in certi soggetti qualche spostamento neuronale lo causano.)
Dopo qualche minuto di botta e risposta sul fatto che il nome c’è ed è ben visibile e sul quantitativo di grappe che beve il postino nell’arco della mattinata, torniamo al succo della questione.
<< Se vuole prenotare un altro appuntamento, ce l’ho disponibile il 21 agosto>>
<< Mi dispiace, ma siamo fuori fino al 24, quindi dobbiamo cercare un’altra data>>
<< 23? >>
(c’hai il fuso orario te? Stai a Tahiti??? Se t’ho detto il 24 è il 24!)
<< Io a questo punto aspetterei settembre, magari dopo l’inizio della scuola, se possibile>>
<< Allora facciamo così, a fine agosto ci chiama lei al **** ******* e la inseriamo nel primo buco disponibile>>
Ringrazio e stop.
Ho cominciato a chiamare al numero indicato il 28 agosto. La musica d’attesa è “ WHAT A WONDERFUL WORLD” di Louis Armstrong. L’ho imparata nella versione originale, fischiandola, bevendo e fumando per avere la voce più simile a Louis, nella versione dell’hawaiano con l'ukulele, bestemmiandola, infilando parole a caso, cantandola come la sigla di Dawson’s Creek, fatto sta che sono rimasta in attesa di risposta fino alle 13:02 di OGGI.
L’operatrice, appena sente il nome di mia figlia e la cerca in anagrafica, mi apostrofa con un “eh-eh-eh…siamo un po’ in ritardo con la prenotazione eh! Va mica bene…”
Le spiego la favola del ritardo, del postino sbronzo, delle date inconciliabili e dell’attesa interminabile che però mi ha permesso di imparare quel pezzo che manco Armstrong stesso (pace all’anima sua) e lei, evidentemente impietosita, mi ha garantito che avrebbe recuperato inserendomi il prima possibile.
5 DICEMBRE ALLE 14:50.
Devo prenotare una visita dal ginecologo, ma ho voglia di imparare un pezzo nuovo. Quindi se qualcuno ha qualche dritta da darmi su un ambulatorio con una canzoncina d’attesa allettante, mi faccia sapere.





lunedì 4 settembre 2017

Gli uomini vengono da Novella 2000, le donne da Stressopoli.

Sabato, con tutta probabilità e con molta rassegnazione, è stata l'ultima giornata di mare.
Per l'occasione abbiamo scelto un bagno in cui non siamo mai stati, convinti che tanto saremmo stati in pochissimi.
E pochissimi eravamo, sì, ma con una media di 32 bambini per centimetro quadrato.
Solo le tre famiglie nella fila di ombrelloni di fronte alla nostra ne avevano circa 4 a cranio (Bea Lorenzin, saresti fiera di loro. Questi non hanno onorato il fertility day. Questi son proprio passati alla fertility week).
Mentre l'Inge e la nana erano a fare il bagno -cosa che io mi sono rifiutata categoricamente di fare perchè se la temperatura esterna non supera i 35° non mi bagno neanche l'unghia dell'alluce- sono rimasta ad ascoltare i dialoghi incrociati tra i genitori.
I padri, tre marcantoni brizzolati e con il pettorale prepotente, erano impegnati in una discussione piuttosto concitata.
Che una si aspetta che l'argomento principale sia "quanto si pompa in palestra: kg di bilanciere sollevati" o "minchia il Psg che squadrone che s'è fatto" o ancora "di come nelle prove libere Hamilton abbia fatto il mazzo a tarallo a Vettel".
No.
Io vi giuro su quanto ho di più caro al mondo (e quel che ho di più caro al mondo in quel momento stava sguazzando nell'Adriatico) che stavano parlando di COME L'ADESIONE A SCIENTOLOGY AVESSE INFLUITO NEGATIVAMENTE SUL MATRIMONIO TRA CRUISE E LA KIDMAN.
<< No ma guarda che lei inizialmente aveva anche provato ad adattarsi, ma poi non ce l'ha fatta più.>>
<< Sì, avevo letto qualcosa anche io....ma son degli invasati...fanno delle robe che proprio non stanno in piedi...>>
<< Eh! Proprio! Ma pure John Travolta è uno di loro, pazzesco.>>

Ora, io non vorrei esagerare e passare per quella che le spara grosse, ma giurerei di aver sentito l'urlo disperato di milioni di molecole di testosterone mentre andavano perse per sempre.

Ho spostato quindi l'attenzione sul gruppo delle mamme mentre le figlie più grandi vagavano per la spiaggia urlando "limonata!! cocco fresco! Cocco e limonata!" mostrando livelli di abusivismo preoccupanti.
La discussione verteva sulla scelta del materiale scolastico: zaino, astuccio, grembiule, quaderni, cancelleria varia.
Per comodità le tre amiche saranno tizia A, tizia B e tizia C.
Tizia A, preparatissima sull'argomento, tartassava tizia B con domande tipo "ma lo zaino? L'hai preso lo zaino? Come l'hai preso? A tre scomparti? A quattro? Con l'astuccio già incluso o no? Di quelli a traino o con spallacci rinforzati? Perchè il peso va distribuito eh, ma quindi? Dove l'hai preso?"
Tizia B, con occhio vitreo e con in mano una tazzina di plastica e piena di sabbia, fingeva di bere il the che il figlio piccolo le aveva coercitivamente offerto (e che continuava a tirarle cazzotti al grido di "BEBITHE MAMMA..BEBIIIIIII") visibilmente in difficoltà e messa all'angolo da quella Mayweather delle domande a raffica.
Tizia B: << ...io ancora non ho comprato nient......>>
Tizia A: << COME NO?????!!!!!!!! MASSSSSSEI MATTAAAAA??????? INIZIANO LA SCUOLA TRA DUE SETTIMANEEEEE...IO LO ZAINO GLIEL'HO COMPRATO A GIUGNO!!!!!!! Va beh, comunque, lo abbiamo preso con 6 scomparti diversi - 1 grande, 3 medi e due laterali più piccoli-barra di trazione regolabile e il carrello con le ruotine perchè così riesce a manovrarlo perfettamente.>>
.....e "sticazzi" non ce li mettiamo? Erano finiti come optional?

(Il carrello con le ruotine per manovrarlo meglio. Caro bambino, tu ancora non lo sai ma la tua mamma ti ha regalato IL CESSNA degli zaini, così invece di appoggiarlo, potrai tranquillamente farlo atterrare in classe tra gli applausi estasiati dei tuoi compagni come il più figo e rodato dei piloti Ryanair. Sei contento?)

Tizia B, sfinita, continuava bere the alla sabbia e a cercare con lo sguardo l'aiuto di Tizia C,che nel frattempo stava urlando anatemi a caso alla figlia di mezzo, incastrata nell'altalena.
Ma assetata di sangue, Tizia A continuava a picchiare duro, sempre di più, sempre più forte, in un susseguirsi di diretti, ganci e montanti su grembiuli/astucci e qualsiasi cosa potesse mettere ancora più in difficoltà un'avversaria alle corde.
Ormai eravamo a tanto così dall'inizio della conta dell'arbitro per convalidare il Ko, perchè davvero non c'era più speranza.

E io non riuscivo a smettere di fissarle. Era uno spettacolo psicologicamente splatter, di quelli che sai che andranno a finire male, ma non riesci proprio ad evitare di guardare (come quando, da piccola, mi intrippavo per quei documentari atroci in cui il coccodrillo dilaniava la povera antilope che si era fermata a bere un sorso d'acqua nel laghetto).
Comunque mentre pensavo che Tizia A avesse ormai dato il meglio di sè, è sbucato dal nulla un figlio piccolissimo, malfermo sulle gambe e con una lingua ancora tutta sua, che le si è avvicinato brandendo un bastoncino e dicendo "mamma...pappa......"
<< Pappa amore? che pappa è?>>
<< A PA...>>
<< la pasta? amore? o è un biscotto? una banana? una brioche? cos'è amore?>>
<< A GA..>>
<< la ciccia? la pizza? la torta? una crostata? dillo a mamma, cos'è???>>

E quindi, niente. Io a questo punto il motivo per cui il marito si è lanciato sui grandi interrogativi del secolo -ossia perchè Scientology abbia distrutto il matrimonio della Kidman e Cruise- un pò lo capisco.
Tanta stima, amico. Tanta stima.






venerdì 1 settembre 2017

Di chi ha il pane e non i denti.


Poi una non si deve incazzare.
Gli sto dietro da quando era talmente magro da potersi nascondere dietro un palo dell’illuminazione pubblica. Butterato e con dei crateri in faccia che manco la Luna. Con dei capelli che, perdio, dopo aver visto il video di “Yellow” è stato registrato un aumento consistente dei suicidi da parte dei parrucchieri in tutto il sud della Gran Bretagna.
Gli sto dietro da allora. Se lo cagava giusto sua madre perché tutti sanno che “ogni scarrafone è bello a mamma soja”.
Ho tutti i cd. Ho i live in dvd. Due concerti all’attivo (ma solo perché ha dei prezzi tali per cui bisognerebbe vendere un rene e, guarda caso, ne ho proprio solo due) ma NIENTE. Non sa nemmeno che esisto.
E tu, TU, che prima Brad e poi Ben e poi lui addirittura te lo sposi…MO’ DICI CHE VI SIETE LASCIATI PER COLPA TUA PERCHE’ “SEI UNA BRAVISSIMA MAMMA (che poi, Guinetta, viva la modestia eh?) MA UNA COMPAGNA VULNERABILE”. Che vuol dire vulnerabile poi? Da te non usano aggettivi come “instabile”, “mezzasega”, “allergicaall’impegno”, “cazzara”?
E vorrei capire una cosa: perché a casa mia passo per rompiballe se mi lamento per la tazza sporca sul banco della cucina, i calzini in giro e la porta aperta quando fuori ci sono 2 gradi e mezzo mentre TU che sei vegana, che mangi solo bio, che compri solo se è a metro zero, neanche kilometro, che “quello si fa così e quello si fa colà” invece di essere eletta la regina incontrastata delle sfilacciatesticoli e venire abbandonata come la birra dell’Eurospin dopo appena un sorso VIENI ADDIRITTURA RIMPIANTA?
Che Chris –per sua stessa ammissione a mezzo stampa mondiale- c’ha messo un anno a riprendersi dalla batosta eh! C’ha scritto in mezzo un album con le signore contropalle e quindi anche questo trauma ha avuto comunque risvolti positivi, ma..UN ANNO!
Dodici mesi a piangerti appresso. Che me lo vedo steso tipo zerbino, con la scritta WELCOME sul retro della maglietta, pronto a farsi calpestare dalle tue scarpe in pelle vegan pur di averti addosso.
L’apoteosi poi sta tutta nel fatto che esiste un blog tuo in cui dai consigli di coppia. Una roba tipo “come far funzionare il rapporto e come mantenere viva la passione”. Che è un po’ come se io dessi dritte sugli sport estremi o come se Galeazzi diventasse presidente della Weight Watchers.
Dai, Guinny, lascia stare. Non lo meritavi Chris. E, se proprio te la devo dire tutta, non ti meriti neanche quella pelle senza una ruga né uno straccio di punto nero, quel culo senza cellulite che a 44 anni sfida visibilmente la forza di gravità e quello stacco di coscia lungo quanto la Salerno-Reggio Calabria.
Non sei degna.
Vulnerabile e indegna.